UNA LACRIMA COLOR TURCHESE
Il giorno di Natale, in uno sperduto paesino di montagna sommerso come ogni anno da una fitta coltre di neve, accade un fatto sconvolgente: mentre la gente si dispone a mettere da parte i rancori, cercando di essere più buona almeno per le festività, le statuine di Gesù Bambino scompaiono misteriosamente da tutti i presepi del mondo. Le prime ad accorgersene sono tre madri di famiglia che, indignate, accusano i figli del furto. Quando però si sparge la voce ¢he l’inquietante fatto non ha colpito solo quel borgo ma addirittura il mondo intero, la rabbia cede il posto al panico. Cosa può nascondersi dietro a un evento così assurdo e angosciante?
L’umanità ha disperatamente bisogno di risposte. Esperti e millantatori si lanciano in teorie e ipotesi. Non si arrendono di fronte a nulla, l’importante è individuare un colpevole. Ma la ricerca sembra essere destinata a non avere fine.
Eppure basterebbe sottrarsi alla frenesia e riflettere per un momento in silenzio per rendersi conto che quel mistero ci coinvolge tutti. Se solo avessimo il coraggio di guardare dentro ai nostri cuori e interrogare le nostre coscienze.
Dal libro:
“Allora, quella mattina nevicava e aveva cominciato la sera precedente. Nelle strette viuzze di quel paese remoto, lo spessore cresceva. Qualche capofamiglia aveva messo la mano al badile per liberare l’ingresso di casa”.
“Riprese a nevicare più forte. La neve col suo candore fu l’unica cosa pulita e poetica di quella festa ormai vuota e falsa. Fotocopia anemica e priva di sincerità di quelle trascorse negli ultimi quarant’anni”.
“Furono tempi duri, mesi senza gioia quelli che separarono i due Natali. Si stava approssimando il secondo, e del Bambin Gesù nessuna traccia. Non si riusciva neppure a disegnarlo, nemmeno più a immaginario. E tutti, atei compresi, percepirono quanto era diventata importante quella statuina. Eppure, quando c’era, la trattavano come una cosa qualsiasi, un oggetto di uso comune, da rispolverare una volta l’anno, in occasione del Natale. Solo quando vengono a mancare, ci accorgiamo di quanto erano piantate nelle nostre vite persone e cose”.