I MISTERI DELLA MONTAGNA
Non tutti hanno la capacità immediata di comprendere fino in fondo i segreti della montagna. I più vedono le cime come blocchi turriti, pilastri di roccia scabri e senza valore, ammassi di pietre sorti qua e là per capriccio del tempo.
Basta, però, portarsi alla base di una di queste cime, alzare lo sguardo ed essere sovrastati dall’imponenza di quel mare verticale, sentire nascere lo stupore. Lo stupore che genera domande. Le domande che generano misteri: chi ci sarà lassù? Vi abita qualcuno? E, se esiste, come sarà fatto?
Nei boschi, tra le rocce, dentro l’alba, sotto le foglie, sulle vette ancora inesplorate. Lì dormono i segreti della montagna. E Mauro Corona ci accompagna ancora una volta a scoprirli, tenendoci per mano, aiutandoci a salire. Ci esorta a giocare con il rimbalzo dell’eco, che vuole sempre l’ultima parola, ad ascoltare la voce del vento, che non sapremo mai da dove nasce. Ci conduce lungo i ruscelli a spiare le ninfe dai lunghi capelli d’acqua, ci indica il sentiero per raggiungere il grande abete bianco – adagiando l’orecchio al tronco, sentiremo il cuore battere.
La montagna è viva, ha cinque sensi protesi per avvertire il mondo. E come tutti gli esseri viventi ha anche un senso in più: la percezione. Grazie a lei può scoprire in anticipo le vere intenzioni dei politici che vogliono ferirla, strizzarla, spremerla fino a distruggerla, pur di incassare moneta sonante. Ma la montagna resiste, perché ha un compito più grande: è stata creata per carezzare la nostra anima e diventare migliori.
E se, in solitudine, saremo capaci di avvertire le presenze nascoste nel buio, avremo fatto il passo decisivo per capire che inseguire i misteri della montagna non vuol dire nient’altro che ricercare noi stessi, andando alle origini delle nostre paure. Il tempo delle curiosità non ha scadenza, dobbiamo solo farci trovare pronti per questa nuova, indimenticabile, avventura.
Dal libro:
“Succede a volte, ma molto raramente, di battere un sentiero e a un certo punto sentirlo respirare. Improvviso, dalla terra esce un sussurro come un fiato che stenta, o ancora rumori strani, sibili, ronzii”.
“Ora gli rimangono solo i vecchi sentieri, che ancora lo portano a cercare segreti. Perché i segreti delle montagne non si esauriscono mai. Durano finché ci sono esseri umani che hanno voglia di cercarli. Li cercano con maggior dolcezza quando l’autunno esala il suo respiro. Quando giunge lieve ma pungente il freddo”.
“Le cime degli alberi sono punte di affusolate dita. Abili esecutori, gli alberi suonano lo strumento dell’anima, dando vita a concerti di flauti, pianoforti, violini, trombe. Certe giornate di primavera si possono vedere gli alberi suonare il vento e, stando attenti, ascoltare le voci che ne traggono. E così, nelle altre stagioni, si possono udire le sinfonie del bosco che muove le mani sugli strumenti della Natura. Le dita degli alberi annusano l’aria, si piegano, oscillano nell’intento di toccarsi, come amanti che si cercano prima di stringersi e darsi un bacio”.